Battaglia del Mediterraneo

Battaglia del Mediterraneo
parte del teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale
Da in alto a sinistra in senso orario: portaerei britanniche durante l'operazione Pedestal, l'incrociatore Zara apre il fuoco nel corso della battaglia di Punta Stilo, un mercantile italiano sotto attacco aereo nemico, il sommergibile Gondar con sulla coperta i cilindri stagni per gli SLC
Data10 giugno 1940 - 2 maggio 1945
LuogoMar Mediterraneo
EsitoVittoria degli Alleati
Schieramenti
Asse
Bandiera dell'Italia Italia (fino al 1943)
Bandiera della Germania Germania (dal 1941)
Bandiera della Repubblica Sociale Italiana Repubblica Sociale Italiana (dal 1944)
Alleati:
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera dell'Australia Australia
Bandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda
Francia (fino al 1940)
Bandiera della Jugoslavia Jugoslavia
Bandiera della Polonia Polonia
Bandiera della Grecia Grecia
Stati Uniti (dal 1942)
Bandiera del Canada Canada (dal 1942)
Bandiera dell'Italia Italia (dal 1944)
Comandanti
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La battaglia del Mediterraneo fu il complesso delle operazioni aeronavali intercorse nel bacino del Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale, dal giugno 1940 al maggio 1945. Gli scontri videro confrontarsi, fino al settembre del 1943, principalmente la Regia Marina italiana (sostenuta da unità aeree italiane e tedesche e dai sottomarini inviati dalla Germania nazista) e la Royal Navy, con la Mediterranean Fleet, appoggiata dalle marine militari dei paesi del Commonwealth e soprattutto, dal novembre 1942, dalle forze aeronavali degli Stati Uniti d'America. Dopo la stipula dell'armistizio di Cassibile da parte dell'Italia, la Kriegsmarine continuò a portare avanti l'opposizione alle forze degli Alleati nel Mediterraneo, anche se il ritmo delle operazioni calò drasticamente a causa della schiacciante superiorità anglo-statunitense.

Le operazioni navali nel Mediterraneo si strutturarono come delle grandi battaglie di convogli navali. Entrambi i contendenti erano impegnati a proteggere le proprie linee di rifornimento navale e insidiare al contempo quelle avversarie: i convogli italo-tedeschi seguivano principalmente la rotta nord-sud, diretti a rifornire le truppe dell'Asse schierate in Libia e poi Tunisia, mentre la Royal Navy allestì un sistema di rifornimento per sostenere la strategica isola di Malta (esposta ai bombardamenti dell'Asse per gran parte della lotta) a partire dalle sue basi di Gibilterra e Alessandria d'Egitto, seguendo quindi una rotta ovest-est. I combattimenti più importanti si svolsero quindi nel punto di incontro tra le rotte opposte, nell'area del Mediterraneo centrale compresa tra la Sardegna e Creta.

Entrambi i contendenti fecero largo ricorso agli attacchi di sommergibili, aerei e di forze navali leggere per disturbare il traffico dell'avversario, e la Regia Marina fu molto attiva anche nel campo delle incursioni di sabotatori direttamente all'interno dei porti nemici tramite il suo reparto scelto della Xª Flottiglia MAS; per contro, i combattimenti tra navi maggiori furono eventi relativamente rari, legati spesso a circostanze fortuite e quasi mai dall'esito decisivo.

Lo scontro rimase sostanzialmente in equilibrio fin verso il novembre 1942: la flotta italiana assicurò un flusso costante di rifornimenti al fronte libico ma logorò pesantemente le sue forze (in particolare il naviglio leggero), mentre la dura opposizione delle forze dell'Asse ai convogli britannici per Malta fece quasi temere una resa per fame dell'isola. Lo sbarco dei reparti anglo-statunitensi in Marocco e Algeria nel corso dell'operazione Torch e soprattutto l'ingresso nel Mediterraneo di preponderanti forze aeree e navali statunitensi fecero pendere definitivamente l'ago della bilancia dalla parte degli Alleati, rendendo insostenibile il sistema di rifornimento delle forze dell'Asse in Nordafrica. L'invasione della penisola italiana, con gli imponenti sbarchi anfibi in Sicilia e a Salerno, sancì infine l'assoluto predominio navale assunto dagli Alleati nel Mediterraneo.


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